Sono stata a lungo indecisa se scrivere o meno questa recensione. Il problema principale, che non mi era ancora accaduto, è che questo libro non lo consiglio (per motivi che spiegherò poi) ma il messaggio che porta è molto bello e alcuni spunti di riflessione mi spiace che vengano persi.

Perciò, sì, recensirò questo libro e vi riporterò quelli che io ritengo essere i suoi pro e i suoi contro, dopo di che deciderete voi.

Iniziamo dai pro: il messaggio di fondo, che meriterebbe davvero un po’ più di spazio in letteratura e nella mente di chiunque si occupi di bambini, è quello che viene riportato nel titolo. Ogni bambino ha un suo unico e particolare talento, una particolare predisposizione che potrà, se verrà coltivata, farlo crescere e diventare un adulto capace, autorealizzato e utile alla società. Questa è una certezza. Partendo da questa base, va da sé che il compito degli educatori, siano essi genitori o professionisti, è quello di comprendere quale sia il talento di ogni bambino per poi sostenerlo e creare le condizioni migliori affinché lo sviluppi appieno in tutte le sue potenzialità. Il problema è che spesso noi educatori facciamo esattamente il contrario: abbiamo deciso quali sono le discipline in cui eccellere (concentrazione, autodisciplina, capacità di apprendimento veloce, autonomia, controllo delle emozioni,…) e chi si adegua, bene, gli altri vengono considerati bambini con dei problemi.

Ecco, l’aspetto positivo di questo libro è proprio quello di farci riflettere su questo tema, che il saggio Einstain ha riassunto efficacemente in questa singola frase: “ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.

Non trovando altri aspetti positivi, passerei direttamente a ciò che non mi ha convinto di questo libro: ho avuto la continua (e irritante) sensazione come se chi scrivesse non avesse in realtà mai avuto a che fare con i bambini e con la loro educazione. Mi ha dato l’impressione che siano state copiate e cucite assieme tante idee un po’ “sempliciste” e zuppe di stereotipi che nell’insieme sembrano reggere, ma solo perché affondano le loro radici nel pensiero comune un po’ vecchiotto del tipo “che brutti tempi…si stava meglio quando si stava peggio…non ci sono più i genitori di una volta…qui un tempo era tutto un campo di grano…”. Il pericolo di tutto ciò è che le tesi che gli autori riportano, essendo nate da stereotipi, potrebbero incontrare il favore di molti “non addetti ai lavori” portando a disinformazione e alle classiche bufale che circolano spesso in internet.

Perciò il mio consiglio è quello, se proprio volete leggere questo libro, di farlo con molto senso critico. Lo sconsiglierei vivamente a chi è appena entrato nel mondo dell’educazione come ad esempio neo genitori o studenti, perché può portare solo a giudizi e confusione, per non parlare del “metodo educativo” che propongono (“spiegato” in una manciata di righe) che è, a mio giudizio, semplicista e fuorviante!

Purtroppo al momento non ho ancora trovato altri libri rispetto a questo argomento che, invece, è molto interessante. Se ne conoscete qualcuno voi, consigliatemelo pure, e sarò felice di recensirlo!

Buona lettura a tutti (anche se non in questo caso)

LA TEORIA