Siete in macchina. Il semaforo è rosso. Guardate distrattamente fuori dal finestrino. Ma non vedete la signora che compra il giornale o il postino che suona al citofono. No, voi avete davanti agli occhi la scena del vostro capo che, solo pochi minuti prima, vi ha messo in ridico con gli altri colleghi. Lo vedete che fa una battuta sul vostro lavoro e tutti gli altri che ridono. Ma voi, invece che abbassare la testa, rossi di vergogna, lo guardate fisso negli occhi e, con un sorriso sfrontato, lo affrontate dicendo la frase perfetta al momento perfetto. Lapidari, senza pietà. Il vostro capo ammutolisce e imbarazzato mette fine alla riunione. Fuori dalla stanza i colleghi vi danno pacche sulla spalla, dicendo che siete il loro mito e notate che quella persona che non vi ha mai considerato prima di allora, vi sta ammiccando affascinata. Ma un suono interrompe il tutto: il semaforo è diventato verde e la macchina dietro di voi protesta per farvi muovere. Mettete la prima e ripartite. Un sospiro. Un pensiero. “Se solo mi fosse venuta in mente questa frase!”

A tutti, più volte nella vita, è capitato di sognare ad occhi aperti un finale diverso delle esperienze vissute. Molte volte ci sono venute in mente le frasi giuste nel momento sbagliato. Quanti sogni di grandezza e di riscatto che facciamo! Quante brillanti conversazioni immaginarie che intratteniamo. Il nostro mondo fantastico è sempre attivo e sempre alla ricerca del modo migliore per soddisfare i nostri desideri autocelebrativi, aggressivi, sessuali o di altro genere, che riflettono le nostre speranze.

Siamo tutti disposti ad ammettere questi occasionali sogni ad occhi aperti, ma che succede se si parla delle vere e proprie fantasticherie? Quanti sono disposti ad ammettere che fanno sogni ad occhi aperti molto articolati, vere e proprie storie immaginate o dialoghi interni, con un protagonista, una meta, un’azione e ambientazione? Fantasie molto spesso automatiche che si ripropongono in vari momenti della giornata, più spesso poco prima di addormentarsi.

Spesso queste fantasticherie vengono considerate cose ‘da pazzi’ e per questo gelosamente taciute e serbate nella propria immaginazione. Guai a rivelarne il contenuto! Come disse Freud “In genere si preferisce confessare le proprie colpe piuttosto che comunicare le proprie fantasie”. Il loro carattere privato e di segretezza totale, il loro soddisfare i nostri bisogni più profondi, che spesso non vogliamo ammettere neanche a noi stessi, l’idea generale che solo noi facciamo di questi pensieri infantili, e la presunzione che nessun altro inventerebbe mai simili e bizzarri prodotti mentali, ci persuade che il loro svelamento non solo causerebbe tantissimo imbarazzo ma ci metterebbe completamente a nudo, esposti al giudizio degli altri, perciò non le confidiamo a nessuno, neanche al nostro terapista in sede di analisi.

Ma tutti noi fantastichiamo. Tutti noi facciamo sogni ad occhi aperti di cui un po’ ci vergogniamo ma che ci aiutano a regolare le nostre emozioni, ci calmano, ci eccitano, ci ‘gasano’… Siamo tutti uguali, il nostro mondo fantastico funziona in maniera simile, e coloro che dicono di non fantasticare mai, o mentono o non si accorgono che quello che fanno è proprio fare un sogno ad occhi aperti.

Le fantasie non sono un gioco, un mero passatempo infantile, bensì importanti forze in grado di organizzare la nostra vita, stabilendo i nostri obiettivi sentimentali, familiari e professionali, dirigendo il nostro comportamento creando piani per il futuro. Non sono solo dentro alla nostra mente, un teatro privato fatto per il nostro esclusivo uso e consumo, ma influenzano enormemente anche il mondo esterno.

Molto spesso le fantasie sono simili tra le persone: coniugi insoddisfatti del matrimonio fantasticano spesso sulla morte del partner, ex bambini rifiutati dai genitori hanno fantasie di riscatto o di protezione eroica nei confronti degli altri,… Certo, ognuno di noi è diverso, ha particolari capacità creative e d’introspezione, ha fatto esperienze uniche e anche le proprie fantasie sono esclusive nei particolari, ma il tema dominante può essere generalizzabile in molti casi.

Non solo sogni ad occhi aperti, inventati consciamente o inconsciamente da noi stessi, ma anche la lettura di romanzi può essere gratificante, perché, come disse sempre in nostro caro e vecchio Freud “un libro ci mette in condizione di gustare d’ora in poi le nostre fantasie senza alcun rimprovero e senza vergogna”. Mi permetto di spiegare meglio questo pensiero: è come se ci nascondessimo dietro la scusa che stiamo leggendo di una fantasia di altri, non nostra e questo lo rende più tollerabile e giustificabile. Non ci sentiamo responsabili di quello che leggiamo, anzi, possiamo apertamente criticarlo, eppure siamo noi che scegliamo i libri, che veniamo attratti da determinate storie e non da altre. Immaginiamo, solo a titolo esemplificativo, il successo che ha avuto negli ultimi anni 50 sfumature di grigio, e traetene le dovute conclusioni, alla luce delle righe sopra citate. Ora è più chiaro il motivo di tanto successo? Che potere grandioso hanno questi libri! Il potere di permettere la realizzazione, seppur immaginata, di desideri e bisogni che mai accetteremmo di avere ma che sono lì, in attesa e che spingono per emergere.

Ma come si formano queste fantasie? Come mai le facciamo? In che senso ci permettono di soddisfare i nostri bisogni? E perché, se le facciamo tutti, nessuno lo ammette e non vengono considerate attività importanti, ma anzi, bollate come inutili distrazioni e poco tollerate?

Quante domande! Prima di tutto dobbiamo tenere presente l’idea di inconscio, ovvero di quello spazio della nostra psiche dove si annidano tutti i nostri desideri più profondi, frutto di varie esperienze passate, soprattutto nella prima infanzia. Ciò che abbiamo ricevuto e ciò che ci è mancato, esperienze vissute e quelle negate…tutto questo forma i nostri desideri. I bambini possono parlare da soli, possono immaginare mondi fantastici, possono avere fantasie grandiose, impersonare personaggi della tv o dei libri…ma crescendo devono abbandonare questi pensieri, con l’età vengono via via censurati perché inadeguati, impossibili o socialmente non accettabili. Ma i desideri sono sempre lì, e non se ne vanno facilmente. Perciò l’adulto deve trovare un modo alternativo per soddisfare questi bisogni, oramai creati e presenti in lui. E lo può fare continuando a fantasticare ma, questa volta, in privato e in stretto segreto. Insomma, non siamo mica più bambini, da perdere tempo con queste sciocchezze! Ci permettiamo di fantasticare, questo sì, per ottenere piacere, ma è fondamentale che i desideri sottostanti non siano troppo chiari, neanche a noi. La fantasia è un “gioco di prestigio” come dice E. Person, “che agisce per far sì che una parte di noi non capisca quello che l’altra parte vuole”. Insomma, “ce la contiamo su”: una volta che il reale desiderio è mascherato, l’autore può goderselo pienamente, imbrogliando persino sé stesso.

Ricorriamo alla fantasia come ad un vecchio e caro amico, a cui affidarci e affidare i nostri istinti più profondi. La fantasia dovrebbe essere considerata come uno dei nostri principali sistemi di adattamento, non una stupidaggine infantile da eliminare il prima possibile. Al livello più semplice, ci offre compensazioni o gratificazioni sostitutive di ciò che ci manca, e in maniera più profonda annulla errori passati, ferite e antichi conflitti, dandoci la forza di sopportarli nel presente, anche se le fantasie sono per lo più ‘fantastiche’, ovvero, non le si metterebbe mai in pratica. Ma questo non vuol dire, come ho già sottolineato, che non influenzino il mondo reale.

La fantasia, per quanto possa essere lontana dalla realtà, ci rivela qualche cosa di come siamo, se solo siamo così coraggiosi da starla ad ascoltare. Attraverso di essa possiamo vedere i nostri reali desideri e talvolta anche l’immagine più autentica di noi stessi. Proviamo a stare maggiormente in ascolto del nostro mondo interiore, proviamo ad accogliere le nostre fantasie come un lato di noi, un lato sconosciuto ma sempre avuto al nostro fianco.Ve lo consiglio caldamente, perché potreste scoprire molte cose sulla vostra persona, sulle scelte fatte e sul futuro che vi attende. Ve lo consiglio perché potreste scoprire che siete persone molto interessanti, molto più di quanto pensiate.

PER APPROFONDIMENTI:

Freud S. (1907) Il poeta e la fantasia (cit. pag. 377 e pag. 383)

Person E. S. (1995) Sogni ad occhi aperti

Zanuso A. (2003) La nostra parte nascosta: l’ombra

 

Credits: Foto font

 

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