Scrivo a te, chiunque tu sia, a te che stai cercando aiuto per la tua situazione, qualunque essa sia.

Non è facile districarsi tra i consigli, le nostre paure, i dettami sociali e i nostri limiti. Come fare a capire quando si ha davvero bisogno di aiuto? Come fare a capire se è qualche cosa che dovrei riuscire a risolvere da me o se ho bisogno di un professionista. E come fare a capire quale professionista è il più indicato?

Io sono una psicologa e questo è un campo che conosco bene, perciò parlerò di questo, ma non è detto che quello che sto per dire non valga anche per altre tipologie di aiuto. Quando è giusto andare dallo psicologo? E come faccio a trovare quello che potrà davvero aiutarmi?

Caro amico o amica, non è facile. Mi dispiace. Non è facile per niente. Trovare qualcuno che sia per te un balsamo, una guida, che ti aiuti senza sostituirsi. Cielo quanto è difficile! Se si è fortunati lo si trova al primo tentativo, o al secondo. Ma ti posso assicurare che ci si accorge subito quando lo hai trovato. Si esce dalla seduta, non felici, questo no, ma sollevati sì. Sollevati perché finalmente si è trovato un posto, dopo tanto tempo in cui ci si sente capiti, accolti, non giudicati. Ci si sente liberi di dire cosa si pensa, anche se con i propri tempi. Forse ci si sente addirittura liberi di poter piangere e buttare fuori un po’del proprio dolore. Sia che si entri in quello studio in punta di piedi, guardinghi, timidi, oppure a passo veloce, decisi, pronti a non farsi “prendere in giro”, sia che ci voglia un po’ per fidarsi, sia che invece si veda nell’altro sempre una persona positiva (o per lo meno, migliore di noi), la sensazione che proviamo, di calore, di accoglienza, ci scalda talmente tanto da farci ben sperare, forse per la prima volta dopo tanto tempo.

No, la felicità non è l’emozione con cui ci si deve aspettare di uscire dallo studio dello psicologo, ma piuttosto la consapevolezza, la certezza di scorgere la luce in fondo a tutte queste nubi nere. La voglia di mettere in pratica quello che si è scoperto o capito di sé e degli altri. La rabbia per quello che è stato, la tristezza per ciò che non è stato. Il perdono per sè e per gli altri. Ecco, queste sono le sensazioni che si hanno uscendo dalla porta di un professionista che è giusto per sè.

Mio caro amico, se stai provando tutto questo, allora sei proprio nel posto giusto! Ma se invece non ti senti a tuo agio, non senti di poter parlare ed esprimere le tue emozioni, ti senti giudicato o non accolto, allora no, questa persona non fa per te. Lo so che ci hai investito soldi, tempo e fiducia, ma è meglio comprenderlo, accettarlo e darsi la possibilità di trovare qualcuno più nelle tue corde, che continuare un rapporto sterile o addirittura negativo.

Non ti basare su un solo incontro, ma basati sulla relazione e il clima che si crea in quello studio, quando siete davanti l’uno con l’altro. I singoli incontri potranno essere illuminanti o meno, ti sembrerà di aver fatto dieci passi avanti e altre volte ti sembrerà di averne fatti venti indietro. Qualche volta l’ora volerà, altre volte ti annoierai. E’ tutto nella norma. Ma è la relazione che conta, il clima. E’ come ti senti tu. E se tu ti ascolti, in cuor tuo sai già che cosa è meglio per te. Datti tempo e dai tempo al professionista, ma poi datti la possibilità di scegliere la cosa migliore per te, che sia restare o meno.

In bocca al lupo.

Piaciuto?

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